Le opere di Sitri sono un invito alla contemplazione del corpo, tempio dell’essere umano, oggetto e
altare della vita stessa.
Materia che diviene espressione del non umano, simile eppure non assimilabile, disposta in un
insieme che gli appartiene senza però connotarla, un tutt’uno con ciò che attorno esiste e svanisce.
La percezione dell’umano nei lavori di Sitri, va ponendo la domanda se ciò che che stiamo
osservando sia realmente una creatura vivente e non una scultura lì disposta a ricordare la
meraviglia della creazione della Natura, una natura statica, apparentemente inerte eppure ricolma di
vita e potenza.
Vi è una ridondanza di corpi e distorsioni che ci portano in un vorticoso susseguirsi di immagini,
quadri che danno vita a considerazioni al di là di ciò che viene mostrato, suggerendo domande
introspettive, di concetto e sul senso di stupore.
Bisogna partire da questa base per capire le immagini dell’autore, ma ancora di più, risulta doveroso
immergersi nei suoi scritti per potere realmente dialogare con le opere.